C’è qualcosa di strano nella riforma fiscale in votazione il 9 giugno
C’è qualcosa di strano nella riforma fiscale in votazione il 9 giugno, e spunta fuori anche solo leggendo l’opuscolo informativo allegato al materiale di voto.
La riforma è un pacchetto di 5 misure, e sebbene 3 di esse non trovino opposizione da nessun fronte – sono un giusto adeguamento alla realtà attuale del Cantone – le rimanenti 2 misure hanno alimentato ampio dibattito, fuori e dentro le istituzioni. Si tratta della riduzione dell’aliquota massima per chi ha un reddito imponibile superiore ai 300’000 franchi, e la riduzione generale dell’aliquota dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Se la prima fa discutere, è perché il beneficio rilevante sarà per chi ha disponibilità economiche importanti e a scapito del Cantone, che farà più fatica a coprire spese come i sussidi di cassa malati. La seconda invece rischia di mettere in difficoltà le casse dei comuni, con qualche mugugno e dubbio pure da chi rappresenta i comuni per i partiti promotori della riforma…
Tutto il dibattito è sempre stato su questi due punti, in esso riforma fiscale è quasi sinonimo di sgravi fiscali. Eppure, si vota anche sulle altre 3 misure. Perché?
Se lo è chiesto anche l’opposizione, che ha richiesto più volte di spacchettare le misure, così da poter rendere più veloce la messa in atto delle 3 misure non controverse e di poter discutere ed eventualmente andare al referendum solo le 2 rimanenti. Così non è stato, probabilmente per motivi strategici dei partiti a favore, e l’opposizione è andata al referendum per contestare la riforma non spacchettata. La popolazione, dinnanzi alle urne, non solo deve quindi pronunciarsi su un argomento molto più vasto e sfaccettato di quello che poteva essere, rendendo la partecipazione democratica e informata più complessa, dovrà anche esprimersi su 5 misure, avendo però un solo Sì o No.In un’epoca in cui le democrazie vedono sempre maggiore astensione, in cui la politica è sempre più vista come un mondo lontano e troppo complicato per esprimersi a riguardo, certe strategie non aiutano affatto.
L’opposizione di sinistra ha già ripresentato le 3 misure non controverse sotto forma di iniziative parlamentari. Passasse il NO, queste 3 misure tornerebbero in Gran Consiglio in modo da garantirne una entrata in vigore entro la fine dell’anno fiscale.
Sulle due misure più discussa, ho idea di come posizionarmi. Il preventivo 2024 è stato all’insegna dei tagli per colmare le perdite cantonali e il preventivo 2025 danzerà nuovamente sulla stessa melodia. Nel frattempo, la stessa maggioranza che prende le forbici quando si parla di preventivi vuol creare altri buchi, ulteriori sgravi di cui avranno ampio beneficio solo i ceti facoltosi del Cantone. Ho diritto di voto solo dal 2016, eppure su sgravi fiscali mi sono espressa già plurime volte. Se le casse cantonali languono, è anche per via di questo accumulo di sgravi, sempre più convenienti per chi ha che per chi non ha. Non è un caso che i Cantoni dove la disuguaglianza economica è più estrema, siano quelli con imposte più basse. Contro queste due misure di sgravi fiscali, contro questa riforma che accorpa misure che dovevano essere discusse separatamente, voterò NO.
E qualunque sia l’opinione della popolazione e l’esito della votazione, quando si tornerà a parlare in toni critici di schede bianche e partecipazione bassa, dovremo ricordarci di chi ha cercato di rendere il dibattito più giusto e accessibile.